
Mokele Mbembe, che in lingua lingala significa: “colui che ostacola (blocca o interrompe) lo scorrere dei fiumi”, è una presunta bestia di dimensioni tra i 4 e i 9 metri, che vivrebbe nelle paludi di Likouala o nel lago di Tele in Congo (Africa), una zona remota e inaccessibile all’uomo. Le caratteristiche di questa mostro o creatura che dir si voglia, sono un collo elastico lungo dai 2 ai 3 metri con una testa piccola, una coda molto lunga che ricorderebbe quella di un brontosauro e una pelle liscia di colore grigio-marrone. Secondo gli esperti che hanno interrogato la popolazione locale dovrebbe avere la mole di un elefante/ippopotamo (oltre a tutte le caratteristiche specificate prima) e secondo alcune credenze del posto avrebbe all’interno della bocca un solo dente molto sporgente oppure un corno sulla testa, insomma la descrizione di questa creatura non è sempre stata molto precisa. Si ritiene insomma che possa essere un sauropode, un dinosauro sopravvissuto all’estinzione, un pò come Nessie, il mostro di Loch Ness.
Nel Novecento ci furono svariate spedizioni, una di queste da parte della Germania che nel 1913 inviò il barone tedesco Von Stein Zu Lausnitz a guidare una spedizione, spedizione che serviva a tracciare una mappa ben precisa del Camerun (che all’epoca era colonia tedesca), egli guidò la spedizione, ma dopo aver raccolto tutti i dati che gli servivano questa mappa e i suoi appunti non vennero mai pubblicati, questo perchè la Germania perse il controllo del Camerun. Successivamente però lo zoologo Willy Ley stava per pubblicare sui giornali alcune parti del rapporto di Von Stein, in cui si parlava di una bestia locale temuta dagli indigeni locali ( i pigmei), in questo articolo gli indigeni descrissero la creatura, come scritto sopra e aggiunsero che questa si nutriva di piante. Un aneddoto di cui non si hanno molte conferme però, risale al 1959, quando un pescatore del posto, raccontò a dei cacciatori che il Mokele Mbembe venne ucciso da una banda di pigmei, la cosa strana e che questi indigeni dopo essersi nutriti della carne dell’animale morirono tutti.
Nel 1976 invece, un erpetologo americano di nome James H. Powell, sarebbe andato nell’interno della regione a studiare gli animali del posto, e visitando una delle tribù del posto, parlò con lo sciamano di un piccolo villaggio. Mostrò a questo sciamano delle immagini di vari animali e quando questo vide quella del Diplodocus (dinosauro estinto milioni di anni fa), lo sciamano lo riconobbe come il “Mokele Mbembe” chiamandolo “n’yamala” ed avrebbe aggiunto che esso si cibava del “cioccolato della giungla”, una pianta che dà grossi frutti simili alle noci.
Nel 1981, un gruppo di scienziati fotografò una strana pista di rami spezzati e di grosse orme a tre dita che si dirigeva verso un fiume, questa sarebbe ritenuta un delle prove più convincenti circa l’esistenza in quel luogo di un grosso animale, anche se molti scettici attribuirono quelle orme a degli ippopotami.
Un’altra spedizioni avvenne 2 anni dopo nell’aprile del 1983, Marcellin Agnagna si recò nel lago Tele per cercare la creatura; con la sua cinepresa avrebbe filmato da circa 270 metri di distanza una strana creatura dal collo sottile e occhi ovali, il collo lungo circa un metro e la lunghezza totale del corpo forse di 5 metri. Stando ai testimoni la creatura sarebbe stata visibile per circa venti minuti per poi scomparire nelle acque della palude. I video e le fotografie mostrano però soltanto una macchia nera nell’acqua e non confermano le dichiarazioni di Agnagna.
Infine tra le testimonianze più recenti, troviamo quella di Rory Nugent esploratore e scrittore americano. Che nel 1985, disse di aver avvistato il Mokele e di avergli scattato diverse foto. Foto che successivamente dimostrarono che quello fotografato altro non era che un tronco, anche se Nugent insisteva nel dire il contrario, tant’è che scrisse anche un saggio su questa spedizione da lui fatta.
Per concludere, non ci sono prove scientifiche sull’esistenza di questo presunto dinosauro o creatura che dir si voglia, eppure anche al giorno d’oggi alcuni ricercatori continuano a cercare, nonostante la difficoltà nell’entrare in quelle foreste inesplorate e pericolose, non solo per gli animali feroci ma anche per le guerre civili ancora in atto. Comunque sia, alcuni studiosi dicono che potrebbe trattarsi di una specie sconosciuta di varano acquatico, simile ai draghi di Komodo per intenderci, lunghi dai 3 ai 4 metri. Alcuni di questi studiosi chiamano in causa il Varanus priscus, un varano gigante vissuto nel Pleistocene, ma che visse in Oceania e non in Africa. Insomma, questa ad oggi sembra l’ipotesi più accreditata, ma come detto si tratta solamente di un’ipotesi, perchè ad oggi del Mokele Mbembe non vi è traccia.
Nel Novecento ci furono svariate spedizioni, una di queste da parte della Germania che nel 1913 inviò il barone tedesco Von Stein Zu Lausnitz a guidare una spedizione, spedizione che serviva a tracciare una mappa ben precisa del Camerun (che all’epoca era colonia tedesca), egli guidò la spedizione, ma dopo aver raccolto tutti i dati che gli servivano questa mappa e i suoi appunti non vennero mai pubblicati, questo perchè la Germania perse il controllo del Camerun. Successivamente però lo zoologo Willy Ley stava per pubblicare sui giornali alcune parti del rapporto di Von Stein, in cui si parlava di una bestia locale temuta dagli indigeni locali ( i pigmei), in questo articolo gli indigeni descrissero la creatura, come scritto sopra e aggiunsero che questa si nutriva di piante. Un aneddoto di cui non si hanno molte conferme però, risale al 1959, quando un pescatore del posto, raccontò a dei cacciatori che il Mokele Mbembe venne ucciso da una banda di pigmei, la cosa strana e che questi indigeni dopo essersi nutriti della carne dell’animale morirono tutti.
Nel 1976 invece, un erpetologo americano di nome James H. Powell, sarebbe andato nell’interno della regione a studiare gli animali del posto, e visitando una delle tribù del posto, parlò con lo sciamano di un piccolo villaggio. Mostrò a questo sciamano delle immagini di vari animali e quando questo vide quella del Diplodocus (dinosauro estinto milioni di anni fa), lo sciamano lo riconobbe come il “Mokele Mbembe” chiamandolo “n’yamala” ed avrebbe aggiunto che esso si cibava del “cioccolato della giungla”, una pianta che dà grossi frutti simili alle noci.
Nel 1981, un gruppo di scienziati fotografò una strana pista di rami spezzati e di grosse orme a tre dita che si dirigeva verso un fiume, questa sarebbe ritenuta un delle prove più convincenti circa l’esistenza in quel luogo di un grosso animale, anche se molti scettici attribuirono quelle orme a degli ippopotami.
Un’altra spedizioni avvenne 2 anni dopo nell’aprile del 1983, Marcellin Agnagna si recò nel lago Tele per cercare la creatura; con la sua cinepresa avrebbe filmato da circa 270 metri di distanza una strana creatura dal collo sottile e occhi ovali, il collo lungo circa un metro e la lunghezza totale del corpo forse di 5 metri. Stando ai testimoni la creatura sarebbe stata visibile per circa venti minuti per poi scomparire nelle acque della palude. I video e le fotografie mostrano però soltanto una macchia nera nell’acqua e non confermano le dichiarazioni di Agnagna.
Infine tra le testimonianze più recenti, troviamo quella di Rory Nugent esploratore e scrittore americano. Che nel 1985, disse di aver avvistato il Mokele e di avergli scattato diverse foto. Foto che successivamente dimostrarono che quello fotografato altro non era che un tronco, anche se Nugent insisteva nel dire il contrario, tant’è che scrisse anche un saggio su questa spedizione da lui fatta.
Per concludere, non ci sono prove scientifiche sull’esistenza di questo presunto dinosauro o creatura che dir si voglia, eppure anche al giorno d’oggi alcuni ricercatori continuano a cercare, nonostante la difficoltà nell’entrare in quelle foreste inesplorate e pericolose, non solo per gli animali feroci ma anche per le guerre civili ancora in atto. Comunque sia, alcuni studiosi dicono che potrebbe trattarsi di una specie sconosciuta di varano acquatico, simile ai draghi di Komodo per intenderci, lunghi dai 3 ai 4 metri. Alcuni di questi studiosi chiamano in causa il Varanus priscus, un varano gigante vissuto nel Pleistocene, ma che visse in Oceania e non in Africa. Insomma, questa ad oggi sembra l’ipotesi più accreditata, ma come detto si tratta solamente di un’ipotesi, perchè ad oggi del Mokele Mbembe non vi è traccia.